giovedì 13 maggio 2010

Solbiatese - Voghera

TRASFERTA A SOLBIATE ARNO DOMENICA 16 MAGGIO
Ultimo atto di un campionato che ci lascia con l'amaro in bocca...
Ma noi ci saremo,come sempre,per noi stessi,per la città, per la maglia che non tradiremo mai!

Partenza dallo stadio ore 11.30..faremo una sorta di picnic con cibo e tanta birra per dimenticare in che posti tristi ci tocca andare! partecipate numerosi!
VOGHERA SIAMO NOI!
AVANTI VOGHE!AVANTI ULTRAS!

NO AL CALCIO MOD€RNO

Il calcio moderno tradisce la passione dei tifosi. Li trasforma, da protagonisti, in inutili orpelli di un prodotto opaco e privo di trasalimenti. Inevitabile che la memoria torni indietro. Al calcio di una volta. Recuperarlo sarebbe forse impossibile. Tuttavia trascinarlo in questo modo verso il baratro è crudele.
C’era una volta il ...tifoso vero, razza ormai in via di estinzione. Quello che, il giorno prima o la mattina stessa in cui scendeva in campo la sua squadra del cuore, dava un’occhiata al tempo e al portafoglio. Rifletteva, tra sé e sé, sull’opportunità o meno di andare a vedere la partita. Alla fine, come sempre, la ragione veniva inesorabilmente sconfitta. E così si avviava verso lo stadio, con la sensazione dentro di andare a fare qualcosa di buono e di utile. Senza chiedere niente in cambio, salvo una briciola di felicità. Saliva in macchina o in treno (quando si giocava in trasferta) e partiva verso l’avventura con lo spirito di un bambino. Magari portandosi dietro anche la prole. Per abituarla, fin dalla tenera età, ad amare le maglie sopra ogni altra cosa e a vivere la partita in diretta. Così come dovrebbe essere. Perché, a prescindere da ogni altra considerazione, le maglie non andrebbero mai lasciate sole. Accada quel che accada.
Poi ha iniziato a diffondersi il tifoso per caso. Quello che, impigrito dalle comodità dell’era moderna e ricattato dalla pay per view che gli consente di seguire la partita in pantofole nel confortevole tepore del salotto di casa, ha progressivamente rarefatto la partecipazione diretta all’evento. Prima ha iniziato a saltare le trasferte e, poi, anche le partite in casa. Quindi ha deciso di restringere la sua partecipazione a pochi eventi topici (playoff, playout, festeggiamenti per la promozione e/o la salvezza). Forse anche in ossequio al presenzialismo ossessivo, che pervade tanta gente e ha ben poco a vedere con la passione genuina.
Nei nostri tempi opachi viviamo l’era del tifoso inutile. L’avvento dei troppi organismi deputati al controllo dell’ordine pubblico (Casms, Osservatorio, Questure, Prefetture e quant'altro) ha dato il colpo di grazia alla già labile voglia di calcio che c’era in giro. Biglietti nominativi, tessera del tifoso, prefiltraggi, tornelli, chiusura dei botteghini ad orari impossibili, divieto di trasferte, settori chiusi, impianti fatiscenti ridotti a cattedrali nel deserto. Soprattutto in Lega Pro questo tipo di approccio dirigistico è stata la mazzata decisiva. Gli stadi, salvo qualche rara e meritoria eccezione, sono desolatamente vuoti.
Il fatto è che, secondo il discutibile ragionamento di quanti dovrebbero gestire al meglio il bene comune in tutte le sue manifestazioni, il tifoso non serve più da traino al calcio. Quanto meno non a questo orribile calcio moderno, che ne ha di fatto inaridito tutte le radici. Il tifoso è stato trasformato in un accessorio inutile, se non perfino ingombrante. Meglio tenerlo lontano. Meglio affidarsi a uno spettacolo virtuale. Da giocarsi in grigi e artificiali scenari di cartapesta.
Eppure, come ha osservato in tempi non lontani il presidente della Lega Pro Mario Macalli in varie interviste, la chiusura degli stadi o di alcuni suoi settori, è un vero e proprio obbrobrio che inaridisce la principale fonte dei ricavi del calcio minore. “Il botteghino è una delle poche risorse, ma se le gare più importanti vengono vietate ai tifosi, è finita. Se ci sono le rapine in banca si dà la caccia ai rapinatori, non si chiudono le banche”.
Tutto ciò avviene, paradossalmente, in un mondo globalizzato. Nel quale gli spostamenti sono ormai incredibilmente rapidi e agevolati dai moderni mezzi di trasporto. Il che consentirebbero di prendere, all’ultimo tuffo, la decisione di seguire la squadra del cuore. Di farlo tutte le volte che se ne ha voglia, secondo le proprie scelte. Come dovrebbe essere in un paese libero. Oggi muoversi più o meno liberamente è possibile (quasi) a tutti, meno che all’inutile tifoso dell’ormai altrettanto inutile calcio in cui i nostri (opachi) dirigenti hanno trasformato il gioco più bello del mondo.
Da illusi sognatori non ci resta che voltarci indietro. Per recuperare, grazie alla memoria, quei ricordi mai patetici che ci consentono di proseguire un percorso che si è fatto alquanto aspro. E continuare a raccontare un calcio triste e infelice nel quale i tifosi, e noi con loro, non si riconoscono più.
Sergio Mutolo - www.calciopress.net

mercoledì 12 maggio 2010

8 Maggio....Madness,they call it Madness!

Nutty Boys are back!
Dopo anni dall'ultima data italiana sono tornati in Italia i precursori dello ska inglese, i Madness!
Aprono la serata gli Skiantos che, con rispetto parlando, non c'entrano proprio niente con il gruppo ska più famoso al mondo... Ed infatti entrati al palasharp notiamo poco entusiamo durante la loro performance e la gente non aspetta altro che finiscano per ballare del sano ska! L'atmosfera è carica e lo stile regna! Skinheads e mods abbondano tra le camicie a quadri, i boots, le basette e gli harrington! Notiamo anche un bel pubblico di "attempati" e questo fa sicuramente piacere! Abbiamo la possibilità di parlare con Oscar degli Statuto, gruppo che senza ombra di dubbio doveva essere sul quel palco ad aprire ai nostri nutty boys! In ogni caso appena parte la musica inizia il delirio ed il palasharp si trasforma in una sala da ballo! l'esecuzione dei brani è perfetta e nonostante manchi Chas Smash la performance è potente! Chi, come alcuni di noi, li aveva visti al Madstock la scorsa estate non può che notare la differenza tra le due date ma questo concerto rimarrà comunque nella storia!!
V.F. allo stadio e nelle strade..come sempre..a modo nostro!

giovedì 6 maggio 2010

COMUNICATO UFFICIALE


Dopo tutto quanto sentito in questi giorni, e dopo aver letto l'intervista del Presidente Martelli sulla Provincia Pavese di oggi, ci sentiamo di dover esprimere il nostro pensiero su alcuni temi riguardanti il presente e il futuro della Voghe.
La prima cosa che ci preme dire (e crediamo sia il pensiero di tutti i tifosi, ultras e non) è che la scelta di Secondini come allenatore non soddisfa neanche un po'. Dal primo giorno in cui è arrivato non ha destato assolutamente buone impressioni, ed è subito sembrata una persona spenta, arrivata per soddisfare alcune scelte tecniche di chi si sente anche allenatore, oltre che dirigente.
E' apparso piuttosto come un vero e proprio burattino, incapace di imporsi e prendere decisioni.
Se davvero sarà questa la scelta per l'anno prossimo il malcontento sarà forte.Un'altra cosa su cui ci volevamo soffermare è la situazione del capitano.
Premettendo che nessuno si ricorda di aver avuto un leader così nella Voghe, ben voluto da tutta la città fin dai primi giorni in cui è arrivato e che si è dimostrato veramente attaccato alla maglia (cosa ormai rara, rarissima in tutte le categorie), volevamo chiarire alcune cose venute fuori negli ultimi tempi.
Innanzitutto, come detto e stradetto, gli Ultras Voghera non si sono MAI fatti nè fomentare nè strumentalizzare da nessuno.
Abbiamo sentito di persone che accusano Bendoricchio di averci fomentato contro qualcuno, è questo è assolutamente vergognoso.
Dicono che ormai il capitano è più un ultras che un giocatore; bene, lui si è dimostrato attaccato alla Voghe, lui è venuto in trasferta con noi a cantare e incitare la squadra quando era squalificato o infortunato, e quando giocava ha sempre dato il massimo, ha sempre cercato di dare l'esempio in campo e fuori ai compagni, di tener unito il gruppo e lo spogliatoio, e quando si sono presentati dei problemi ha sempre parlato chiaro e tondo in faccia alla gente.
E voi un capitano così volete mandarlo via?
Noi vi rispondiamo che vorremmo 11 Bendoricchio in campo! Andate a rivedervi le partite, ripensate alla stagione, non giudicate chi non gioca perchè infortunato o squalificato.
Crediamo che su molti si possano dire diverse cose, ma mettere in dubbio uno come il capitano ci sembra una follia!
BENDO CAPITANO A VITA
Come ultima cosa vorremmo ribadire la nostra solidarietà a Quaglini, una grande persona oltre che un bravo giornalista, che non si merita assolutamente tutto quanto gli è stato detto e fatto.

AVANTI VOGHE, AVANTI ULTRAS!
MAI STRUMENTALIZZATI

V.F.09

martedì 4 maggio 2010

Statuto: il nuovo disco per tutti gli ultras


STATUTO
Nuovo album e tour 2010
E’ uscito il 20 aprile per Sony Music al PREZZO SPECIALE DI 12.90 €
il nuovo disco degli Statuto dal titolo
“E’ Già Domenica”.
Prodotto da Marco Calliari (già sound-engineer per Subsonica, Giuliano Palma e Baustelle), l’album contiene 14 canzoni (12 inediti e 2 cover ) che spaziano tra vari generi musicali (soul, ska, pop italiano e R&B) e si avvale di importanti collaborazioni come quelle di Enrico Ruggeri, Ron, Paolo Belli e Rudy Zerbi e della prefazione di Massimo Gramellini.
Il titolo è “E’ Già Domenica” perché in più brani è il calcio giocato o vissuto a farla da protagonista. Ma i testi trattano anche storie sentimentali, storie metropolitane e quotidianità sociali in modo chiaro e talvolta ironico.
L’album verrà presentato con un tour, prodotto da Big Fish Entertainment, che porterà gli Statuto a suonare in varie città d’Italia.

CONTROCALCIO
Testo scritto da ENRICO RUGGERI sul bel calcio di una volta e sui quei calciatori "artisti", estrosi e uomini molti diversi da quelli del calcio moderno. Un amore per il calcio senza nomi sulle maglie, con tutte le partite giocate alla domenica pomeriggio , vissute allo stadio e non seduti davanti la TV. Ma la passione per il calcio non ci abbandonerà mai.
Uno splendido regalo da un artista eccezionale.
E’ GIA’ DOMENICA
Da sempre siamo i cantori dei tifosi ultrà, essendo io parte del tifo organizzato della maratona da 25 anni ormai..
Abbiamo dedicato l’antologia uscita due anni fa’ a Gabriele Sandri e a Matteo Bagnaresi, tifosi scomparsi tragicamente pochissimi anni fa’ mentre si stavano recando in trasferta per assistere alla partita della loro squadra del cuore.
Entrambe le famiglie ci scrissero per ringraziarci .
La lettera della mamma di Gabriele fu veramente toccante e mi ha ispirato e motivato a scrivere il testo di questa canzone, dove non vengono espressi sentimenti di vendetta, rancore o rabbia ma un infinito dolore, quello di una madre che perde un figlio in modo veramente assurdo e inaccettabile. Per correttezza, abbiamo fatto ascoltare il brano prima di chiunque altro alla famiglia Sandri e si sono detti "commossi" e "orgogliosi".
Tutti i diritti d’autore del testo di questa canzone saranno devoluti in beneficenza all’Associazione “Gabriele Sandri”.

UN ELEGANTE GIOCO DA SALOTTO
Il subbuteo.... altro che playstation…
Anche il calcio "da tavolo" di una volta era meglio di quello attuale..
UN RAGAZZO COME ME
La storia di Matteo Bagnaresi, il Bagna, come noi passionale nel sostenere le proprie idee e la propria appartenenza e con il sogno di cambiare (almeno un po’..) in meglio questo mondo. Sincero e coraggioso.
Se n’è andato tragicamente, investito da un autobus che trasportava tifosi juventini,in un’area di servizio, mentre stava andando a seguire il suo Parma.
Anche questo testo è stato, prima di chiunque altro, letto dalla sua famiglia e dai suoi amici più stretti.
Tutti i diritti d’autore del testo di questa canzone saranno devoluti in beneficenza all’Associazione “Matteo Bagnaresi onlus”.

domenica 2 maggio 2010